Era stato suo fratello Saverio a risvegliare Lilì, una sera calda d’estate che non se l’aspettava.
Giulia era schizzata fuori dalla camera in cui avevano litigato e si era precipitata in garage, soffocata da una litania di “Lilì, Lilì” che esplodevano tra i singhiozzi. Dall’armadio degli attrezzi aveva preso il sacchetto di plastica e la bottiglia ed era corsa nella
piazza del villaggio a cercare il furgone con il logo “Impresa di costruzione fratelli Borioli”. Prima di chiudere la portiera, aveva sentito cantare e si era immaginata che, forse, tra i clienti ubriachi dell’osteria, c’erano anche i suoi fratelli, i gemelli. Quel pensiero non l’aveva trattenuta.
Dentro il furgone aveva alzato gli occhi verso il profilo delle cime, poi li
aveva abbassati sull’ombra della valle che sfociava dal ghiacciaio e infine li aveva rivolti al villaggio e alle sue cento case spalmate sulla curva della montagna, da secoli lì a borbottare.
Ciao Giusello, gli aveva detto.
Con tristezza aveva pensato agli uomini di casa sua, orgogliosi dei loro quattro muri, che da Rita sentiva cantare Giusello il più bello
e la mattina sarebbero partiti per cantieri e uffici. Si era immaginata le mamme del paese che cucinavano e crepitavano, i bambini che correvano sulla piazza, i camini che fumavano l’inverno nelle case dei nonni e altre cose inutili. Aveva acceso il motore e si era avviata verso la valle.
Davanti alla casetta del suo amico Esteban, aveva spento il
motore e intravisto Maria e André Nodi, il tipo di genitori ai quali un figlio si racconta, seduti vicini al tavolo della cucina.
Nella camera di Esteban la luce era spenta. Giulia accese il furgone e s’inoltrò nella valle.
Il percorso obbligato si snodava tra le montagne buie. Giulia schiacciò fuori le pastiglie dalle placchette mentre guidava. Non piangeva più.
Le pastiglie saltellarono sul sedile, ne fece un mucchietto e lo ingoiò bevendoci sopra, poi chiuse gli occhi e accostò. Aprì il finestrino per sentire il fiume scrosciare e a quel punto, riempita da quel suono pieno, tirò il fiato e si disse finalmente, basta, non ne aveva più voglia.