scena prima
Come eroi shakespeariani
Il capo del personale, Richard Egli, si presenta dinanzi al siparietto in abito da festa, col cappello un po’ sulla nuca.
egli Purtroppo saprete che la vita
non è come ai buoni sarebbe gradita,
che i ricchi son ricchi, e i poveri non hanno
niente,
e Dio abbia immantinente
pietà di noi per il gelo che ci pervade.
Ma ora bando a
sentimentalismi
l’uomo non è libero, vive per l’affare,
inseguito dai lupi, coi cani che stanno ad
abbaiare,
prigioniero della collettività,
vigilato dal vicino, che a sua volta ci sorveglia,
complice di tutti d’attorno
e così, un bel giorno,
perde anche la sua umanità.
Fatevi perciò forza:
udite, a tariffa maggiorata
metà tragedia e metà farsa,
la commedia di una banca privata.
Personaggi son: tutta la banda,
dal fattorino al procuratore.
Anzi vedrete anche il direttore
e
sua moglie soffrire in tal frangenti,
nonché, ma solo al margine, i clienti.
E il motivo di questo?
Se mostriam dei poveri, ognuno a lagrimare è
lesto.
Solo coi pari nostri siete obiettivi,
pietà e lagrime confondon le idee
la povertà deforma i motivi,
sol dal milione in su si ha vera arte.
Udite dunque, buoni cristiani,
le nostre speranze, i nostri amori,
apprendete come truffiamo e uccidiamo
e scopritevi il capo
se moriamo.
Gloria
alla nostra memoria.
Non solo re e ministri le facevano grosse.
Non solo i generali scavavano le fosse
sguazzavano nel sangue, nel sesso e negli orrori.
E lo so ben io, capo del personale.
Con noi il mondo delle truffe e strozzinaggio
si avvia ineluttabilmente a finir male.
Siam le ultime canaglie che il mondo ancor ha.
Dopo vien solo squallida, atroce onestà.
Perciò, o spettatori,
siate contenti che
ci siamo noi,
quel ch’è infame ora, sarà intollerabile poi.
Osate veder voi stessi nei nostri atti,
come voi anche noi in questo mondo siam
tratti,
nella lotta di borsa impegnati
e come mai prima insultati
da ogni spirito sociale,
stiam dinanzi a voi, immani,
boia sì, però grandiosi,
non men forti e sanguinosi
degli eroi shakespeariani.